mercoledì 3 dicembre 2008

Vinicio Capossela _ Dalla parte di Spessotto_

...Quando non si è nella luce ci si contenta di sentire delle ombre. Ombre nel cammino come alberi intorno a un viale. Soltanto i marciti, gli incattiviti non fanno ombra intorno a sè. L'ombra è la ricchezza che non si vede, ma rende luccicante il cammino là dove si deve andare da soli. Per quei viaggiatori soli, quelli che arrivano più lontano, ci vogliono le ombre. Per non perdersi del tutto. Che così passano tra gli uomini, donandogli a loro volta il bagliore, la perla che essi hanno intravisto.
Nella nostalgia e nell'euforia. Così sono quelli che arrivando a sè trovano snche la vita, e nella loro ebrezza c'è la perla. Quelli che ancora si addentrano nella notte, nelle pieghe, nele visioni, e rimangono altro da sè. Cantano celebrando, e allora sotanto amano. E amano così, come nella sbornia, nella luce che gli si apre davanti a squarci, e poi ritornano quelli di prima, peggio dim prima per quanto poco sopportano di ritrovarsi.
E tutto li fa soffrire e li ottunde...il miracolo appena accaduto, perfino. Non li appaga affatto! Continuano, come per acciuffarne ancora, però non si sa quando succede. Sono iracondi e non lo sanno fare a comando. Perciò soffrono come cani, come cani soli, rimpiangendo sempre la sera prima. E ogni cosa intravista è per loro un sorriso tra i denti nell'estasi e un lutto. Però... dignitosi. Nel continuo ombreggiare intricato, dignitosi. Come chi possiede qualcosa. Solo allora finisce.Senza abbracci si ritorna...
V. Capossela "Non si muore tutte le mattine"

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