lunedì 18 maggio 2009

L'uomo che piantava gli alberi

E' la storia di un pastore che l'autore incontra nel lontano 1913 nella regione antica delle Alpi....A quell'epoca la regione è incolta, i vecchi villaggi abbandonati e l'unica vegetazione che vi cresce è la lavanda selvatica. L'autore la percorre a piedi e la sera trova rifugio nella piccola casa, ben tenuta e curata, di un pastore che vive da solo lassù con le sue trenta pecore e un cane. Dopo una cena frugale il pastore prende un sacco e rovescia in silenzio un mucchio di ghiande sul tavolo, poi si mette a separare quelle buone dalle guaste e le seleziona ulteriormente fino a trovare le cento più belle che conserva accuratamente. Il giorno dopo, prima di uscire, bagna ii un secchio d'acqua il sacco con le cento ghiande selezionate e poi si avvia verso il pascolo con le pecore e il cane, portando con sè, come bastone, un'asta di ferro lunga un metro e mezzo.
Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila ne erano spuntati ventimila......restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c'era nulla.
...Se J. Giono, in un lontano giorno del 1913, non si fosse avvnturato da solo in quelle lande desolate e non avesse incontrato casualmente il vecchio pastore piantatore di alberi, noi oggi probabilmente non conosceremmo questa storia, ma la foresta a cui ha dato vita continuerebbe ad esistere.
...ma quanti altri pastori, silenziosi esconosciuti, sono esistiti nella storia dell'uomo? Infiniti. Ognuno ne ha un pezzetto potenziale dentro di sè, da sempre.
"Passaggi di vita" Alba Marcoli

venerdì 15 maggio 2009

"Vivo nell'attimo irripetibile....

in cui la cosa che deve nascere non è ancor nata, ma sta per farlo.

Ora è nascosta e ignota, e un secondo dopo sarà scoperta, svelata, sconosciuta. Avrà contorni netti, un volto, uno sguardo. Un sorriso che poi ti ruberà l'anima per sempre, solo suo.

Riconoscibile, amato, atteso...

Ma adesso non c'è. Non c'è ancora. Nulla appare. Il segreto è intonso, assoluto. Il segreto è un figlio non ancora nato.

Nessun attimo sarà mai più così.

L'attesa è questo: il labile confine tra ignoto e noto, immaginabile e tangibile. L'attesa è un soffio. Un vento.

Buonanotte dal lupo

sabato 9 maggio 2009

Roberto Vecchioni - Luci a San Siro

barbarie

Eccoci, di nuovo, a dover stabilire la caratteristiche di chi è da considerarsi milanese e chi no...
Chi avesse dei suggerimenti è pregato di intervenire ed apportare un contributo personale per far luce sulla vicenda ed evitare disguidi spiacevoli.
Vorremmo evitare, infatti, di essere invitati a dover lasciare la carrozza per una errata valutazione iniziale....
Noi, già, si capisce poco e ciò che comprendiamo non corrisponde mai alla Verità, abbiamo una memoria storica a brevissimo termine, tranne che per il calcio...naturalmente
Poi ci poniamo troppi interrogativi!
Ad esempio, se uno si considera milanese, può salire sulla vettura per non-milanesi....giusto per non rimanere solo...sai si esce apposta per evitare la solitudine...
L'orientamento sessuale, conta?????

e se hai le mani sporche, che importa
tienile chiuse, nessuno le vedrà

Milano mia, portami via....ho troppo freddo, pena, schifo e non ne posso più
Ridammi indietro i miei 15 anni (Isa non ridere, ti prego) e una carrozza che tu sai (la seconda)...dove ci ritrovavamo tutti, ogni giorno, con la sola voglia di stare insieme!!!!!!!!

Quando le carrozze univano e viaggiavamo tutti nella medesima direzione:il rispetto

sabato 2 maggio 2009


Caos annunciato nella scuola primaria: lo "spezzone orario" anticamera dello spezzatino
di Gianni Gandola e Federico Niccoli


Per molti mesi si è sviluppato un dibattito vivace tra chi, come noi, sosteneva che il tempo-pieno (inteso non come 40 ore, ma come scuola di qualità con le caratteristiche più volte illustrate) sarebbe sparito e i laudoteres gelminiani che, invece, garantivano non solo il mantenimento, ma addirittura l’espansione di quel modello pedagogico-didattico.


Con la pubblicazione degli organici di diritto per il prossimo anno le chiacchiere “stanno a zero”. Nella sola provincia di Milano si registra un taglio di ben 484 posti (314 posti comuni + 170 posti di lingua inglese). Questi tagli, come avevamo ampiamente previsto, si abbattono sulla scuola primaria milanese non in modo omogeneo, ma con differenziazioni importanti tra i plessi integralmente a tempo pieno , dove l’amministrazione ha utilizzato la politica della “riduzione del danno”, e i plessi a situazione mista (tp+modulo) nei quali il danno è irreparabile e si può tranquillamente dire “tempo-pieno, addio!”.
Esaminiamo con alcuni esempi le situazioni di caos (che non sarà “calmo” , ma “tempestoso”) che si verificheranno.
1° esempio
In un circolo con 13 classi a modulo e 24 classi a tempo pieno, tradizionalmente venivano assegnati almeno 18 posti per le 13 classi + 48 posti per le classi a tp+ almeno 4 posti di inglese per un totale di 70 posti in organico. L’Ufficio scolastico ha assegnato al circolo 64 posti complessivi con un taglio di 6 posti. In questo caso tutte le ore di compresenze (e neppure basteranno) delle 24 classi a tempo pieno dovranno essere utilizzate per consentire il funzionamento delle ex classi a modulo (rientri pomeridiani e refezioni), alle quali sono state assegnati solo 13 insegnanti. L’eliminazione delle compresenze abbatte –come abbiamo argomentato più volte- contestualmente la qualità del modello pedagogico del tempo-pieno, che dovrà essere inevitabilmente riconvertito in un tempo normale lungo. Questa è la situazione che si verificherà nella stragrande maggioranza dei circoli dei comuni della provincia di Milano e dei (pochi) circoli della città di Milano a situazione mista.
2° esempio
In un circolo della città di Milano con 39 classi a tempo-pieno l’assegnazione in regime di tp di qualità avrebbe comportato un organico di 78 posti comuni + almeno 4 posti di specialista di inglese per un totale di 82 posti. L’organico assegnato prevede, invece, 78 posti con un taglio secco di 4 posti, che equivalgono ad 88 ore, pari al taglio del 60% circa delle compresenze. E’ un caso meno tragico di quello riportato nel primo esempio, ma si avrà, comunque, l’esigenza di una rimodulazione complessiva del progetto didattico per rispondere ai bisogni asssistenziali, ma non certo ad un progetto pedagogico-didattico di qualità più volte illustrato su Scuolaoggi.
L’Ufficio scolastico provinciale ha fatto quel che poteva sulla base delle dotazioni organiche assegnate dal Ministero ed ha tentato un’operazione “sedativa”, garantendo a tutti almeno la quantità oraria di tempo-scuola richiesta dalle famiglie.
Ma le famiglie (si vedano le migliaia di iscrizioni recapitate su appositi moduli in via Ripamonti) avevano chiesto una scuola di qualità e la continuità didattica degli insegnanti assegnati alle classi. Nel tempo pieno spariranno le compresenze e nelle classi a modulo ci sarà un via-vai di insegnanti di riferimento, di religione, di vari maestri provenienti dalle classi a TP.

Altro che maestro unico!

Lo “spezzatino” sarà pienamente realizzato perché su una media di funzionamento di 33 ore delle classi a modulo almeno un terzo (11 su 33) saranno coperte da vari insegnanti in funzione di tappabuchi senza alcun legame con il progetto pedagogico delle classi interessate.
Sul piano amministrativo, poi, in quasi tutte le scuole , le segreterie saranno impegnate nel balletto delle graduatorie dei cosiddetti “perdenti posto” (cioè l’individuazione degli insegnanti soprannumeri).

Ma intanto la frittata è fatta e a pagare immediatamente saranno i precari e i giovani insegnanti di ruolo (a tempo indeterminato) che non potranno garantire la continuità didattica ai loro allievi.
L’ultimo coniglio tirato fuori dal cilindro ministeriale è la figura dello “spezzonista”, strano animale pedagogico mai sperimentato nella scuola primaria. Si tratterà di un certo numero di insegnanti, che saranno nominati non per l’intera cattedra di 22 ore, ma per un numero di ore a geometria variabile. Questa nuova figura è, ovviamente, del tutto coerente con la filosofia del “tappabuchi” in quelle situazioni nelle quali nonostante tutti i marchingegni organizzativi fin qui utilizzati mancheranno “ore” di insegnamento per far fronte almeno alle esigenze minime di copertura oraria delle classi dei vari circoli didattici.
Resta poi il mistero dei posti di sostegno. In organico di diritto è stata applicata quasi integralmente la formula ¼ , vale a dire 1 posto per ogni gruppo di 4 alunni in situazione di handicap, che non tiene conto delle situazioni di gravità certificate. Per arrivare alle media di 1 insegnante ogni 2 alunni h , occorreranno alla Provincia di Milano almeno 1000 posti nella sola scuola primaria. Avremo sorprese anche su questo fronte quando saranno definiti gli organici di fatto?
Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anzi. Un solo esempio, eclatante, in un’altra provincia lombarda, Lodi. Qui, nel circolo di Lodivecchio, a fronte di 17 classi a tempo pieno invece di 34 insegnanti ne sono stati assegnati 28 (altro che doppio organico garantito alle classi a tempo pieno!). Pare che la scelta dell’USP sia stata quella di soddisfare tutte le nuove richieste di 40 ore sulle future classi prime togliendo posti a tempi pieni già avviati e consolidati. In questo caso si verifica un vero e proprio terremoto: salteranno non solo tutte le compresenze, ridotte a zero, ma anche la continuità didattica (la titolarità di molti docenti sulle classi) con possibili perdenti posto, rotazione di insegnanti da una classe all’altra, ecc.

In altre parole, è la fine del modello del tempo pieno sin qui attuato.

Come volevasi dimostrare.

Vinicio Capossela - Non trattare

maestrine dalle penne arcobaleno



Ne possiamo parlare?

finalmente nel mio blog, uno spazio nel quale posso esprimere liberamente il mio pensiero e, se non vi va di ascoltare...potete sempre cambiare pagina!

La solidarietà con le persone che hanno perso tutto casa, lavoro, affetti, la quotidianeità sia in Abruzzo sia in ogni parte del mondo, è un sentimento legittimo e doveroso fra esseri umani e non va messo in discussione.
Ciò che qui metto in discussione è la capacità di ricevere critiche, suggerimenti, espressioni di pensiero differenti dalle proprie...
Innanzitutto non concordo affatto con la posizione di chi, pur di non ricevere informazioni di ritorno non gradite, magari espresse in modo un po' aggressivo, ma pur sempre opinioni...decide di attuare una "selezione spontanea" degli interventi.
Credo sia da considerarsi una forma embrionale di censura ed un insulto all'intelligenza di chi legge che, a mio avviso, è sicuramente un individuo libero e in grado di strutturare opinioni personali...
Questo è stata il primo disturbo "di pancia" che ho avvertito leggendo un blog che va per la maggiore nel post-terremoto.
Ma la vera e propria fase acuta l'ho avuta quando ho sentito l'esigenza di informare la diretta interessata che una vignetta da lei pubblicata nel blog, mi procurava un certo fastidio. Ero certa che una persona così sensibile e dedita ai diritti di tutte le minoranze avrebbe certamente compreso.
Ora, sia chiaro che io non voglio effettuare nessuna forma di censura alla satira e non ho nemmeno la voglia nè la capacità di "rimuovere" ... non è questo il punto.
Per meglio comprenderci mi riferisco alla cattiva abitudine di utilizzare difetti fisici delle persone per esprimere concetti vari...
Ora leggendo quel blog io mi sentivo un pochino a casa, al sicuro, perchè concordo su moltissime tematiche di fondo...ma, certamente, non sulla mancanza di sensiblità nei confronti di persone affette da defit staturale che devono subire disagi e, spesso interventi dolorosissimi, per acquisire autonomia e il rispetto e la stima dei propri simili (proprio simili non direi...) forse peggiori di quelli descritti dall'interessata...
Questo invito, non critica, aveva lo scopo di non affossare la stima verso Miss Kappa....ma
mi è scappata proprio la pazienza!!!!!!!!!!!