domenica 4 ottobre 2009

sabato 3 ottobre 2009

LE MANI

Un incontro civile fra gente educata che
si alza in piedi e che si saluta,
un incontro un po’ anonimo reso più umano
da una cordiale stretta di mano.

Una mano appuntita, una mano un po’ tozza,
una mano indifesa che fa tenerezza,
una stretta di mano virile e fascista
che vuol dire: "Non sono un pederasta!".

Una mano un po’ timida, poco convinta,
tu parti deciso e lei ti fa la finta,
una mano furbetta da pubblicitario,
una mano pulita da commissario.

Una mano a spatola che scatta nervosa,
un’altra suadente, un po’ troppo affettuosa,
una mano imprecisa, una squallida mano
da socialdemocratico, da repubblicano.

Una mano da artista, tortuosa e impotente,
una mano da orso, pelosa e ignorante,
una mano commossa di chi ha tanti guai,
una mano da piovra che non ti lascia mai,
un carosello inutile, grottesco e giocondo
in questa palla gigante che poi è il mondo!

Un mondo di assurdi esseri umani,
un gioco abilissimo, un intreccio di mani,
ci comunichiamo così spudorati
quando ci siamo affezionati.

Mani educate di anziani signori,
mani abilissime di gente d’affari,
mani che ti lisciano con troppa simpatia
con un tocco morboso che sa di sacrestia,
un festival viscido e nauseabondo
in questa grande famiglia che poi è il mondo!

Mani di amici, di dottori, di insegnanti,
mani di attori, di divi, di cantanti,
mani di ministri che chiedono la fiducia,
mani sottili manovrate con ferocia.


Mani bianchissime, schifose da toccare,
mani inanellate di papi da baciare,
mani scivolose di esseri umani,
mani dappertutto, tantissime mani,
le guardo, mi sommergo, annego e sprofondo
in questo lago di merda che poi è il mondo!

Giorgio Gaber