giovedì 19 febbraio 2009

Il malamore è gramigna, cresce nei vasi dei nostri balconi


"Il mio nome è Dalia. Se fossi nata fiore avrei voluto essere giallo: come il sole, come i campi d'estate davanti a casa mia. Quello che vi chiedo è di ascoltare la mia storia perchè porebbe essere la vostra. Non voglio compassione, nè pietà, nè aiuto: non mi servono, non servono a nessuno. Non serve niente dopo, serve prima. Perciò voglio solo chiedervi: avete una figlia di dodici anni? Ecco quella sono io. Vi porto a casa mia, entrate. E' questa: piccola sì, non c'è nemmeno l'acqua corrente e per andare in bagno bisogna uscire fuori. Anche d'inverno quando c'è la neve: fa freddo ma ci si abitua. Anzi, mia nonna, che adesso ha quasi novant'anni e una pelle di bambola, dice che è il freddo a mantenerci così: lisci, sani. Il mio letto è quello con la stoffa a fiori. A voi che vivete nelle case di città sembrerà una baracca, lo so che le chiamate così le nostre case: baracche. E' come quando ci guardate i ci dite : poveretti. Sono parole che non mi piacciono: anche se sono dette con dispiacere, è proprio quello che non mi piace, la pena nello sguardo degli altri. La mia casa va bene così, è la mia casa. Quando ero molto piccola mi chiamavano regina. Mia nonna mi diceva: in questo angolo di mondo è nata una regina, sei bella come la prima stella della notte, sarai la nostra ricchezza. Io ero sicura che sarei stata una regina davvero prima o poi.....Mio padre non so chi è, non c'è mai stato un uomo in casa nostra. Mia madre esce il pomeriggio, la vengono a prendere, va a lavorare nel paese vicino: torna la notte....Sarai la nostra ricchezza. Era una frase bella ma non sapevo perchè: pensavo che sarei stata ricca con la bellezza, con....Poi ho compiuuto 12 anni, l'età in cui si trova marito. Non avevo ancora il seno grande, non ero ancora diventata una ragazza ma aspettavo: da un gorno all'altro succederà, mi diceva mia nonna....
Gli uomini che venivano a prendere mia madre mi hanno vista...ero proprio una regina. Hanno parlato tra loro e con mia nonna, mi guardavano e ridevano, poi sono andati via. La mattina dopo la mamma piangeva. Mi ha detto solo "E' venuto il momento di partire, regina. Poi, quando avrai abbastanza soldi ti potrai sposare" Così ero felice...La nonna mi ha venduta per ottocento dollari. Moltissimi...Vai con questi uomini che ti portano dove avrai una casa più calda e un lavoro, non avere paura. Però io avevo paura, tanta. Ma la nonna era la nonna, la nonna decideva sempre per noi e io ero la sua regina. La sua ricchezza, ecco perchè. Era per me che pagavano tanto. Così sono andata. Avevo dodici anni. Come vostra figlia a dodici anni. Il viaggio è stato lunghissimo....Non voglio parlare di quel posto dove sono stata nè di quello che mi è successo. Non c'è niente da raccontare. Era uguale ogni giorno, orribile. Le ore non passavano mai. La gente che entrava non la vedevo neanche in faccia, non ricordo nessuno. Solo odore di umidità, puzzo, sudore, mani, vestiti sporchi. Non voglio parlare. Dopo un po' ho smesso di piangere perchè se piangi, nessuno ti vuole e ti buttiamo a mare. Ho avuto due figli, non so dove siano, li ho partoriti in casa,li hanno portati via.... Un giorno uno degli uomino che venivano mi ha picchiata,...mi ha tagliata dappertutto con un piccolo coltello, rideva, alla fine mi ha aperto la faccia. Sentivo il sangue non il dolore. Mi ha curata una donna che non parlava mai. Con il segno sulla faccia valevo di meno, non mi volevano più.....Non sono più bella come la prima stella della nottte, ho pensato solo. Non ho pianto. Ho pensato che forse sarei tornata a casa se ero brutta. Così ho cominciato a tagliarmi da sola. Sulle braccia, sul petto, sulla pancia. Ho segni dappertutto adesso. Ma ho fatto bene, lo sapevo che dovevo fare così: diventare brutta e farmi buttare via. Mi hanno butttata via infatti. Un giorno mi hanno fatta salire in macchina e mi hanno portata in un campo, pensavo che mi volessere ammazzare invece mi hanno solo fatta scendere. Vai, hanno detto...
Non voglio parlare con nessuno di quello che è successo, voglio solo stare qui. Diventare vecchia come mia nonna, cucinare la zuppa quando c'è farina. Non verrà un re, lo so. Per fortuna non verrà più nessuno. Mi chiamo Dalia, come un fiore. Ho ventitre anni, sono vecchia. Non avrò marito, non avrò una macchina che viene a prendermi per portarmi a palazzo. Non ricordo più niente di prima. Non so. Non ho memoria di nulla. Non ho sorelle, solo maschi. Non ci sarà nessuno che verrà a portarli via. E' una fortuna non avere figlie femmine. Le femmine sono una ricchezza, ma per poco. Vivono solo dodici anni.
Malamore Concita De Gregorio
Il malamore è gramigna, cresce nei vasi dei viostri balconi. Sradicarlo costa più che tenerselo. Dargli acqua ogni giorno, alzare l'asticella della resistenza al dolore è una folle tentazione che può costare la vita

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' un brano molto toccante. Ho pianto nel leggerlo. Grazie per averlo messo. regard

marteresa ha detto...

Prego regard. Ho pianto anch'io. Chi ha figlie dovrebbe piangere...ma le cifre riferite alle violenze sui minori sbalordiscono.
A presto

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Un passo davvero agghiacciante. Grande realismo purtroppo...

Leggerlo tutto e non starci fisicamente male dalla sofferenza che si legge, credo sia impossibile.