lunedì 2 febbraio 2009

Forse non lo sai, ma pure questo è amore...


"..Era stato uno dei miei passatempi prediletti, in passato, dare la caccia ai travestiti.
Sapevo che si trattava di un passatempo assurdo, una sciocchezza e perfino un atto ingiusto e maligno, ma mi nascondevo dietro la mia solidarietà, una vaga solidarietà di sesso...
Pablo me lo permetteva, mi ha sempre permesso tutto, e accostava al marciapiede, guidava molto lentamente, mentre io mi coprivo sul mio sedile, per non richiamare troppo l'attenzione, perchè vedessero soltanto lui, e allora uscivano dalle loro tane, li vedevamo alla luce dei fari, si piazzavano, con le mano sui fianchi, davanti alla macchina, a pochissimi metri di distanza, zac, accelleravamo, li spaventavamo a morte, ragionevolmente a morte, perchè non ci avvicinavamo mai tanto da fargli pensare che sarebbero morti schiacciati, no, volevamo soltanto, volevo io in realtà, che ero l'inventrice del gioco e delle sue regole, vederli saltare, mettersi a correre, con tutti i loro paramenti, collane, cappelli di paglia a tese larga, scialli che fluttuavano al vento, erano buffi, scivolavano sui tacchi, cadevano e battevano il culo per terra, grossi e pesanti, non si erano ancora troppo familiarizzati con i loro vestiti e correvano sollevandosi le gonne, quando le avevano, con la borsa in mano correvano...e noi ridevamo, ridevamo molto, ho sempre riso molto con lui, sempre, e con lui non mi sentivo mai colpevole, dopo.
Finchè probabilmente non iniziarono a conoscere meglio le nostrre facce, forse il nostro numero di targa, e una notte, quando stavamo cominciando il gioco e ci muovevamo molto lentamente accanto al marciapiede, arrivò uno da sinistra e rifilò a Pablo il cazzotto che andavamo cercando da tanto tempo.
Ebbi apena il tempo di vederlo, un pugno chiuso, un pugno temibile, orlato da un'enorme unghia rossa, attraverso il finestrino, e Pablo vacillava, schiacciava il freno e si portava le mani al viso.
Andai in bestia, ancora non ho capito perchè, ma andai in bestia....
Pablo, ancora con la mano sula guancia, rideva a crepapelle....
Tu, gran figlio di puttana, come hai osato picchiare il mio fidanzato....
Ora l'avevo davanti...
Non mi faceva paura...
Ci afferrammo per i capelli...
Pablo ci separò. Era serio. allora il mio contendente disse qualcosa, esattamente l'ultima cosa che potevo aspettarmi...
"Abbi cura di lei, amico, sei fortunato, non è una donna comune"....
"Lo so...scusa, è stata tutta colpa nostra, ma è come una bambina piccola, le piacciono i giochi crudeli"
"Certo che è colpa vostra, più che colpa è davvero una stronzata quello che fate...Mi chiamo Ely, con la ypsilon".
Tese la mano. Pablo la strinse, sorridendo....io mi chiamo Pablo, e lei Lulù..."
"Le età di Lulù" Almudena Grandes


2 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Difficile commentare questo passaggio.

Onestamente non ho trovato il gioco divertente. Ho letto da dove é tratto il passo riportato e resto dell'idea che non c'era nulla di sessuale solo voglia di umiliare. Non credo che sia amore, forse é amore malato. Quello di cui parla Vecchioni nella sua canzone, quello é amore.

Ammetto non so cosa ti aspetti dai commenti, il passo lo hai riportato senza una tua parola quindi di fatto ci lasci liberi di sbizzarirci nel commento senza avere un tuo indirizzo che ci faccia intuire quale fosse lo scopo del tuo post, salvo che non fosse quello di vedere le reazioni libere e istintuali dei tuoi lettori :-)))

Beh, a briglia totalmente sciolta sono andato, spero di non averti delusa :-)))

Daniele

marteresa ha detto...

Scopo del post: evidenziare la complicità tra i due protagonisti.
Ovviamente ognuno è libero di commentare il post a proprio piacimento, ma le pagine che mi hanno colpito di questo libro sono state queste,lette in questo preciso periodo della mia vita. Tutto ciò che ritengo interessante lo riporto come se fosse un diario personale.
Ovviamente, il gioco non è divertente, tranne che per la protagonista ...
non credo ci sia stata solo la volontà di umiliare, ma di divertirsi...alle spalle di...infatti, hanno avuto ciò che si meritavano.
Anche loro ne sono stati consapevoli.Comunque,
quella è stata l'occasione di incontro e di una amicizia durata una vita.
Dagli errori si acquisisce una maggiore consapevolezza e si raccolgono tutte le opportunità che la vita offre
Vecchioni...che dire: mi manca
A presto