venerdì 23 maggio 2008


AIUTOOOOO!!!!!!!!
Mia figlia mi ha comunicato che la vita è sua e che farà la parrucchiera.
Chiunque possa dirmi qualcosa che mi aiuti a capire, è il benvenuto.
Non le solite cosucce tipo
- è un lavoro onesto
- la scelta è sua
- l'importante è che sia felice
- i figli sono frecce...
- avrà comunque un ottimo futuro...
Quello che penso veramente è che rinunciando ad una vera scuola si perdano preziose oppertunità per la vita.
Il vero dolore è la sua rinuncia verso un certo tipo di cultura...
Il vero dolore è non capire perchè...
Il vero dolore è sapere che questo suo percorso durerà più del previsto
Il vero dolore è intuire che forse io faccio parte di questa scelta

9 commenti:

Pipoca ha detto...

Ciao,
io sono figlia, non ancora madre e nemmeno so se lo diventerò, da anni sono a contatto con gli adolescenti come insegnante...

Salto le frasi d'uopo, che tu stessa hai indicato, salto anche eventuali citazioni intellettualoidi che si aggirano tra gli esperti, e passo al sodo: la mia vita, a causa di mia madre, è stata uno strazio e tutt'ora a trentacinque anni passati, continua ad essere uno strazio incredibile, pregiudicando il mio benessere mentale e fisico, le mie relazioni interpersonali, la mia sicurezza professionale e tutto ciò che significa l'essere donna.

Se ti può interessare la mia esperienza, dammi un segno!

Per il momento 'bocca al lupo'.

Anonimo ha detto...

A me interessa la tua esperienza. Io sono figlia (e madre) e anch'io penso che mia madre abbia interferito pesantemente e mi abbia sempre condizionato. Penso di poter dire di non aver mai potuto vivere la vita che avrei voluto vivere perchè lei è riuscita ad entrarmi dentro e a condizionarmi anche quando non poteva esercitare un controllo diretto. A 40 anni ho vissuto la mia adolescenza fatta di rancore esternato e rabbia, ma la libertà, la consapevolezza, il distacco da adulta ancora non c'è.E lo sa solo dio quanto lo vorrei.
A Marteresa ho già detto quello che penso e non sono frasi banali, ognuno sa quello che il suo percorso le ha permesso di sapere.
Luisa

marteresa ha detto...

Vedo con piacere che qualcuno passa di qui e lascia qualcosa di sè.
Un ringraziamento particolare a pipoca che ha prontamente risposto ad una richiesta d'aiuto di una madre che cerca di non dimenticare di essere stata una figlia.
Sono molto interessata alla tua esperienza e, quando vuoi, ti ascolterò con piacere.
Non era il tipo lavoro ad essere messo in discussione, ma la mancanza di una preparazione solida per affrontare la vita con più chiavi di lettura. Io alla scuola come ambiente di crescita nei suoi molteplici aspetti, ci credo.
Un bacio e un abbraccia a Luisa

Pipoca ha detto...

Gli eventi che hanno il potere di cambiare una vita si chiamano traumi.
Il valore di questa parola, che troppo spesso riferiamo a forti e singoli episodi, si riferisce anche ad altro cui raramente pensiamo: il continuo e perenne ripetersi di piccolo gesti, modi di fare, atteggiamenti, comportamenti.
Essenzialmente mia madre non mi ha mai accettata per quello che ero e tutt'oggi per quello che sono.

Quel continuo incessante, opprimente, subdolo modo di non ascoltarmi, di non vedermi, di rifiutarmi.
Per lei i miei capelli sono sempre stati troppo lunghi, troppo corti, troppo lisci, troppo ricci, troppo brutti.
Da sempre, fino alla perpetua frase, con cui mi vorrebbe perseguire in eterno: 'anche quando sarò morta e verrai alla mia tomba, allungherò le mani fuori dalla bara e ti aggiusterò i capelli'.
Ma non andavano bene mai nemmeno i miei vestiti: troppo lunghi, troppo corti, troppo neri, troppo colorati; fino a rubarmeli dall'armadio e buttarmeli via, soprattutto quelli a cui ero più affezionata.
Ma anche le mie scarpe ed il mio tutto non andavano bene; fino a dirmi che se lei fosse stata un estranea, non avrebbe mai avuto il coraggio di avvicinarmi...
Le facevo schifo, ma mi faceva credere che facessi schifo a tutto il resto del mondo e che ci fosse solo lei ad avere il coraggio di starmi vicina.
Non mi ha mai voluto comprare quello che volevo e che avevano tutti i miei compagni. Per lei era un'ingiustizia: avere una maglietta significava sudore e quel sudore io non ero mai all'altezza di averlo.
Eppure a scuola andavo benissimo, ma lei, nonostante gli ottimi voti, andava a scuola e diceva agli insegnanti che non studiavo.
Non ho mai avuto amici, perché i miei amici a lei non sono mai piaciuti e quindi mi proibiva di uscire. Mi ha sempre controllato tutto: diari, cartella, quaderni,spiato, ascoltato telefonate e aperto lettere...come se potessi nascondere chissà cosa di turpe e di peccaminoso.
Eppure ero una ragazza normale... ma non lo sapevo, credevo di essere un qualcosa di diabolico, ero convinta di essere il male in persona, di avere il diavolo dentro, che ha tentato più volte di estirpare, portandomi da vecchiette fattucchiere.

(continua... se vi interessa)

marteresa ha detto...

continua, per favore

Anonimo ha detto...

continua...
magari non in modo così estremo, ma anch'io alla mia mamma non sono mai piaciuta. Ricordo anch'io che i miei capelli non andavano bene, i miei vestiti erano sbagliati e che nessuno mi avrebbe voluta così insignificante...
sì, continua perchè certe volte riconoscersi fa bene.

Anonimo ha detto...

Pipoca che fine hai fatto?
Non puoi lasciare speranze disattese!

Anonimo ha detto...

per pipoca:
quando e se vorrai io sarò pronta ad ascoltarti.
Per il momento mi sento di ringraziarti per la tua testimonianza perchè mi è servita per riflettere. Ci sono momenti in cui, per quanta forza abbiamo, non possiamo cambiare il corso degli eventi. Rimane il problema di saperli accettare e di riuscire ad individuarne gli aspetti positivi.
Noi non siamo i nostri figli e le scelte rimangono le loro... ma le loro scelte dipendono anche da noi e la responsabilità è veramente enorme.
Mia figlia seguirà la sua strada...i miei commenti sono meno negativi e, anche se è evidente il mio disappunto imparerò che seguirà un percorso diverso da quello che io mi aspettavo.........
lacrima
un abbraccio Marteresa

Pipoca ha detto...

scusate la pausa, ma son cose dolorose e vanno distillate a piccolissime gocce...

tutt'oggi, se mi sfogo e soprattutto se mi diverto o assaporo attimi di felicità...
provo un senso di colpa inossidabile!

Insomma adesso mi sento una persona parzialmente realizzata (nel mio piccolo ovviamente) ...
e mia madre questo non lo accetta

la mia realizzazione va parallela con la sua sconfitta
più io vinco e sono felice
più lei mi distrugge
per dimostrare che aveva ragione
...
a quindici anni mi ha mandato dallo psichiatra perché convinta che avessi problemi psichiatrici
...
oggi non la vedo da più da un anno (abitiamo a 20 km di distanza) perchè non sopporta il mio compagno
...
e impedisce mia sorella e mia nonna di incontrarmi

Non importa quello che io sono o quello che io faccio
per lei niente andrà mai bene

le uniche volte in cui mi dimostra affetto sono quelle in cui mi sento male

a gennaio mi hanno ricoverato in ospedale
non è venuta a trovarmi
io non avevo il cellulare
(stavo male e non mi interessava)
con me c'era il mio compagno
e lei non ha chiamato per tutto il tempo

sembran favole, ma non lo sono

mi sono laureata e poi ho preso due specializzioni
per lei ... potevo fare di più

ho iniziato ad insegnare alle superiori a 28 anni
per lei... è stato solo un colpo di fortuna non meritato

a lavoro ho sempre bisogno di conferme, altrimenti entro nel panico

odio il mio corpo ed ogni volta che qualcuno mi fa un complimento mi sento male

sono convinta che sarei una madre terribile

sono in cura da anni da uno psicanalista

la lista è lunga,
troppo

se posso dare un consiglio, o meglio, quello di cui avrei avuto bisogno: essere ascoltata, rispettata ed apprezzata per quello che ero, per quello che sono... nonostante gli errori e i fallimenti