domenica 19 aprile 2009

Mi vuoi bene anche se sono cattivo?


Donde està mi mamà?...il piccolo coccodrillo si era perso nella foresta, aveva vagato chiedendo ad ogni animale "Sei tu la mia mamma?"..."Sei capace di fare questo?" un ruggito, un barrito una giravolta. Naturalmente no..."poteva"...Quante volte ti succede nella vita adulta di trovare uno uguale a te, uno che capisci e ti capisca: dieci? Non credo, direi di meno. A tre anni, senza saperlo già lo sai, si vede.....Il bebè coccodrillo conclude la sua terribile avventura quando ritrova la mamma. Siamo tutti spossati, noi che abbiamo vagato nella foresta con lui. La mamma invece è tranquillissima: " Ah , sei qui, dove sei stato tutto questo tempo?" e gli dedica un largo sorriso....
Uno smette di leggere e pensa a quante volte si è infuriato, e quanto inutilmente. Quanta rabbia, quanta apprensione sfogata a sproposito, quanti strilli inutili giacchè tardivi, postumi. Un'eperienza terrificante è una lezione di per sè. Se hai rotto una bottiglia e ti sei tagliato, ti sei già fatto male, hai già sperimentato il rischio e il dolore e allora a cosa serve, dopo, una madre che urla....serve che ti consoli, che ti guarisca. Non è mica facile, però...
Urlo di mamma è una gran consolazione per tutti quelli e tutte quelle che non ci riescono. La pinguina è furibonda con il figlio, gli strilla così forte da far volare in giro per il mondo tutti i pezzi del suo corpo...Rompe suo figlio, insomma. Lo manda in frantumi. Il piccolo cerca di recuperare i pezzi ma non li trova....arriva dal cielo la madre: ha tutto con sè, il becco, la coda, le ali. Ha ago e filo, anche. Ricuce tutto...
A volte una mamma perde la pazienza e ti rompe, ma poi le dispiace, poi ti ricuce. Lei è sempre lì...Amarsi-comunque... mi vuoi bene comunque?...fin dove arriva questo amore, dove finisce, Finisce?
La passeggiata di un distratto di Rodari ...la storia è nota. Giovanni esce a fare una passeggiata ed è così distratto ma così distratto che ogni volta che si fissa a guardare una nuvola, un cane che corre, una vetrina, perde un pezzo del suo corpo. I passanti raccolgoni i pezzi e li portano alla madre...quando Giovanni torna a casa senza un occhio, senza una gamba, senza un braccio, ma felice....la mamma sospira, prende i pezzi dal cesto e li rimette al loro posto...lo abbraccia e lo bacia...
...sono le storie che contengono l'errore, che lo assumono su di sè e lo perdonano quelle che ti acquietano e ti fanno dormire. Per le madri, va detto anche che perdonare un figlio equivale a perdonare se stesse.
Se urlando ti ho rotto, amore mio, scusami....
Una madre lo sa Concita De Gregori
a tutte le madri " senza paura, con la fortuna degli audaci, la generosità dei puri, l'allegria dgli innocenti, la malinconia dei saggi"

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