"Quando penso a cosa può indurre i barbari a smantellare tutto ciò non riesco a evitare d pensare che centri anche...la memoria di quel che è successo il secolo scorso.......Come se si fossero passati di padre in figlio lo shock di quel lungo terrore, e si fossero giurati che quella cosa lì, in quel modo, non sarebbe più successa.
Credo...che quel lungo respiro di sofferenza abbia suggerito, inconsapevolmente, un sospetto radicato per il tipo di cultura che ha generato tutto quello, o quanto meno l'ha permessso.
....I barbari non tengono in gran conto la storia....Cercano un contesto (una cultura) in cui un secolo come il Novecento torni ad essere assurdo...
...Il tempo corto che i barbari riservano ai pensieri non sembra un sistema per vietarsi idee che possano generare idolatrie?
.....E quel modo di cercare la verità delle cose della rete che intrattengono in superficie con altre cose, non sembra un'infantile ma precisa strategia per evitare di affossarsi in una verità assoluta e fatalmente di parte?
E la paura per la profondità non è forse, anche, un riflesso condizionato dell'animale che ha imparato a sospettare di ciò che ha rqadici troppo profonde, tanto profonde da avvicinarsi al pericoloso statuto del mito?
E il continuo svilimento della riflessione, che va a cercarsi forme volgari o commistioni impensabili, non sembra figlio dell'istinto a portarsi dietro, sempre, un antidoto alle proprie idee, prima che sia troppo tardi?...
Alessandro Baricco "I barbari"
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1 commento:
Ciao.Ho letto il tuo commento al mio post su figli etc e sono arrivato qui.Visto che non sei d'accordo con Rebecca allora condividi il post?Grazie comunque per essere intervenuta.
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