lunedì 2 novembre 2009

LA POESIA


Sono

molto

irrequieta

quando

mi legano

allo spazio


Alda Merini

domenica 4 ottobre 2009

sabato 3 ottobre 2009

LE MANI

Un incontro civile fra gente educata che
si alza in piedi e che si saluta,
un incontro un po’ anonimo reso più umano
da una cordiale stretta di mano.

Una mano appuntita, una mano un po’ tozza,
una mano indifesa che fa tenerezza,
una stretta di mano virile e fascista
che vuol dire: "Non sono un pederasta!".

Una mano un po’ timida, poco convinta,
tu parti deciso e lei ti fa la finta,
una mano furbetta da pubblicitario,
una mano pulita da commissario.

Una mano a spatola che scatta nervosa,
un’altra suadente, un po’ troppo affettuosa,
una mano imprecisa, una squallida mano
da socialdemocratico, da repubblicano.

Una mano da artista, tortuosa e impotente,
una mano da orso, pelosa e ignorante,
una mano commossa di chi ha tanti guai,
una mano da piovra che non ti lascia mai,
un carosello inutile, grottesco e giocondo
in questa palla gigante che poi è il mondo!

Un mondo di assurdi esseri umani,
un gioco abilissimo, un intreccio di mani,
ci comunichiamo così spudorati
quando ci siamo affezionati.

Mani educate di anziani signori,
mani abilissime di gente d’affari,
mani che ti lisciano con troppa simpatia
con un tocco morboso che sa di sacrestia,
un festival viscido e nauseabondo
in questa grande famiglia che poi è il mondo!

Mani di amici, di dottori, di insegnanti,
mani di attori, di divi, di cantanti,
mani di ministri che chiedono la fiducia,
mani sottili manovrate con ferocia.


Mani bianchissime, schifose da toccare,
mani inanellate di papi da baciare,
mani scivolose di esseri umani,
mani dappertutto, tantissime mani,
le guardo, mi sommergo, annego e sprofondo
in questo lago di merda che poi è il mondo!

Giorgio Gaber

domenica 27 settembre 2009


IO QUELLA VOLTA LI' AVEVO 25 ANNI

(Testo inedito di Gaber/Luporini)




Io, quella volta lì, avevo sessant'anni. Eravamo nel 2000 ogiù di lì. Praticamente ora. E vedendo le nuove generazioni, i venticinquenni di ora così diversi mi domando: che eredità abbiamo lasciato ai nostri figli?Forse, in alcuni casi, un normale benessere. Ma non è questo il punto. Vogliodire... un’idea, un sentimento, una morale, una visione del mondo... No, tutto questo non lo vedo. Allora ci saranno senz’altro delle colpe. Sì, il coro della tragedia greca: i figli devono espiare le colpe dei padri.Siamo stati forse noi padri insensibili, autoritari, legislatori di stupide istituzioni? No. Allora dove sono le nostre colpe. Un momento, era troppo facile per noi essere pacifisti, antiautoritari e democratici. I nostri padri avevano fatto la resistenza. Forse avremmo dovuto farla anche noi, laresistenza. E’ sempre tempo di resistenza. Perché invece di esibire il nostro atteggiamento libertario non abbiamo dato uno sguardo all’avanzata dello sviluppo insensato? Perché invece di parlare di buoni e di cattivi non abbiamo alzato un muro contro la mano invisibile e spudorata del Mercato? Perché avvertivamo l’appiattimento del consumo e compravamo motorini ai nostri figli?Perché non ci siamo mai ribellati alla violenza dell’oggetto?Il Mercato ci ringrazia. Gli abbiamo dato il nostro prezioso contributo.Ma voi, sì, voi come figli, non avete neanche una colpa? Dov’è il segno di una vita diversa? Forse sono io che non vedo. Rispondetemi:dov’è la spinta verso qualcosa che sta per rinascere? Dov’è la vostra individuazione del nemico? Quale resistenza avete fatto contro il potere,contro le ideologie dominanti, contro l’annientamento dell’individuo?Daccordo, non posso essere io a lanciare ingiurie contro la vostra impotenza.C’ho da pensare alla mia. Però spiegatemi perché vi abbandonate ad un’inerzia così silenziosa e passiva? Perché vi rassegnate a questa vita mediocre senza l’ombra di un desiderio, di uno slancio, di una proposta qualsiasi? Forse il mio stomaco richiede qualcosa di più spettacolare, di più rabbioso, di più violento? No! Di più vitale, di più rigoroso, qualcosa che possa esprimere almeno un rifiuto, un’indignazione, un dolore…Quale dolore? Ormai non sappiamo neanche più cos’è, il dolore! Siamo caduti in una specie di noia, di depressione... Certo, è il marchio dell’epoca. E quando la noia e la depressione si insinuano dentro di noi tutto sembra privodi significato. Si potrebbe dire la stessa cosa del dolore? No!Il dolore è visibile, chiaro, localizzato, mentre la depressione evoca un malesenza sede, senza sostanza, senza nulla... salvo questo nulla non identificabile che ci corrode.

giovedì 17 settembre 2009


Sii pronta (Estote Parati)

"Essere pronta, non vuol dire essere preparata;
non vuol dire aver previsto tutto;
questo è impossibile;
nessuno può farlo.
La vita è troppo grande, troppo sconosciuta ancora,
perché l'uomo possa dire:
"so cosa mi aspetta, voglio prepararmi".
"Essere pronta, non vuol dire essere preparata;
non vuol dire aver previsto tutto;
questo è impossibile;
nessuno può farlo.
La vita è troppo grande, troppo sconosciuta ancora,
perché l'uomo possa dire:
"so cosa mi aspetta, voglio prepararmi".
E' ancora troppo forte.
Viene con una violenza,
con un impeto che non risparmia nulla.
Tutto è scompigliato;
i nostri progetti, i nostri piani, i nostri programmi,
e tavolta il fine stesso che ci eravamo proposti.
Allora, se non siamo pronti,
avremo il coraggio e la volontà di ricostruire,
sulle rovine dei nostri sogni, altri sogni, altri progetti,
un nuovo edificio?
Essere pronta, non vuol dire essere preparata,
non vuol dire aver pevisto tutto;
questo è impossibile;
nessuno può farlo.
Essere pronta, vuol dire accettare la vita
vuol dire andare incontro al nuovo giorno;
tendere le braccia verso la sua ricchezza sconosciuta;
stare di fronte alle ore che vengono, calma e serena;
vuol dire vivere il presente con forza, coraggio e buona volontà,
senza temere il domani, né quel che accadrà dopodomani;
né quel che può accadere in un lontano futuro.
Il domani non è tuo. F
orse ti sarà rifiutato.
Perché ti esaurisci nella preparazione di domani
trascirando la giornata di oggi?
L'oggi ti appartiene. Ti è stato dato.
Accettalo come un'offerta della vita,
e fa' di questo giorno qualcosa di bello.
Domani - se un domani ti darà dato - farai la stessa cosa.
E dopodomani lo stesso;
e così di seguito, un giorno dopo l'altro, sino alla fine.
Essere pronta, vuol dire accettare la vita;
tutta la vita; come viene a noi;
con quel che ha di più bello e quel che ha di più triste;
con i suoi giorni leggeri che passano come farfalle,
e i suoi giorni gravosi che si trascinano come la nebbia sui campi bagnati.
Essere pronta, vuol dire essere disposta a fare quello che l'ora richiede;
vuol dire accettare con buona volontà.
Non è dalle tue parole che vedrò che sei pronta;
non è dalle tue azioni: è dal tuo atteggiamento di fronte alla vita; forse dal tuo sguardo.
Accettare...
E' molto. Non è tutto. Per essere pronta, bisogna aver scelto.
La vita è troppo ricca; ci sono troppe cose che ci attraggono e ci richiamano.
Le forze fisiche ed intellettuali di un uomo non bastano per abbracciare tutto e compiere tutto.
In questa diversità bisogna scegliere....
Hai scelto. Sei pronta."
Lézard

Soprattutto...niente scambio



"...accade spesso che la ricerca di sensazioni prenda il posto delle emozioni, quando queste sono vissute come minacce...tale ricerca è la spontanea risorsa del bambino, quando è privato di relazioni sufficientemente stimolanti...
...non può nutrirsi effettivamente di uno scambio...lasciarsi andare a sperimentare i propri sentimenti significherebbe rischiare di perdere i propri limiti e sciogliersi come un pezzo di zucchero a contatto con l'acqua...

All'intensità dello sguardo, e del contatto che esso crea, corrisponde l'assenza di contatto fisico...tutti conoscono le proprie aspettative reciproche e sanno, in fondo, che queste sono troppo forti e che da troppo tempo sono insoddisfatte perchè ora sia possibile rispondervi. Se uno di loro facesse un piccolissimo gesto, forse cadrebbero l'uno nelle braccia dell'altro, realizzando così il loro desiderio più caro: ritrovarsi. Ma ciascuno di loro dubita dell'altro, nessuno si fida più e il miracolo non ha luogo. I loro sguardi si spengono ed essi si lasciano senza una parola, senza un gesto, per non rivedersi mai più. Era quello che veramente volevano? La mia esperienza clinica mi fa rispondere di no. Era una fatalità? Neppure. Spesso non ci vuole molto perchè le situazioni pendano in un senso o nell'altro. Un incontro, un evento, può provocare la chiusura oppure offrire una promessa di apertura...."
"Adulti senza riserva" P. Jeammet

lunedì 14 settembre 2009

domenica 13 settembre 2009

Per non dimenticare!



Di chi si sta parlando???????
"Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura.
Non amano l'acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza ad uso cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.
Le nostre donne li evitano non solo perchè poco atttraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni strupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali."
AVETE RISPOSTO??????
SI' ?????
...continuate la lettura
"Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell'Italia.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione.
Testo tratto da una relazione dell'Ispettorato per l'Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti.
Ottobre 1912

domenica 21 giugno 2009

Le bambine dell'...non hanno paura di niente

...Caro lettore, quando metti nella terra delle squallide patate dette bulbi, osserva e rifletti: sono tutte più o meno uguali e anonime.
Sono patate anonime, perchè ti sei dimenticato quali bulbi hai comprato, o li hai mescolati tra di loro nel sacchetto, e addio! Non li riconosci più.
Quindi, non hai proprio idea di che fiori nasceranno.
Ti sei persino dimenticato di averli un giorno affossati nella terra, quei bulbi. Non sai più nè dove nè quando.
Finchè in primavera i fiori nasceranno, e finalmente tu vedrai quel che hai piantato!
La schiusa dei bulbi...
Tulipani, giacinti, iris, mughetti e narcisi: un tripudio di fiori!
Naturalmente, lo sai meglio di me, il bello era quell'esserti dimenticato dei bulbi. Non ricordare cosa fossero, nè di averli mai interrati.
Cosa ne pensi?


...Gli schiavi non coltivano quasi mai fiori, tutto ciò che nella vita rappresenta un piacere è talmente lontano dalla loro portata e persino dai loro desideri! Questo pensiero mi colpì fin dall'infanzia e da allora ho sempre pensato che per coltivare dei fiori, in qualunque condizione ci si trovi, occorre avere dentro di sè una briciola di felicità...
"Le bambine dell'Avana non hanno paura di niente" B. Pitzorno

lunedì 15 giugno 2009


Cara moglie


O cara moglie, stasera ti prego,
dì a mio figlio che vada a dormire,
perchè le cose che io ho da dire
non sono cose che deve sentir.
Proprio stamane là sul lavoro,
con il sorriso del caposezione,
mi è arrivata la liquidazion,
m'han licenziato senza pietà.
E la ragione è perchè ho scioperato
per la difesa dei nostri diritti,
per la difesa del mio sindacato,
del mio lavoro, della libertà .
Quando la lotta è di tutti per tutti
il tuo padrone, vedrai, cederà ;
se invece vince è perchè i crumiri
gli dan la forza che lui non ha.
Questo si è visto davanti ai cancelli:
noi si chiamava i compagni alla lotta,
ecco: il padrone fa un cenno, una mossa,
e un dopo l'altro cominciano a entrar.
O cara moglie, dovevi vederli
venir avanti curvati e piegati;
e noi gridare: crumiri, venduti!
e loro dritti senza piegar.
Quei poveretti facevano pena
ma dietro loro, la sul portone,
rideva allegro il porco padrone:
l'ho maledetto senza pietà .
O cara moglie, prima ho sbagliato,
dì a mio figlio che venga a sentire,
chè ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà
chè ha da capire che cosa vuol dire
lottare per la libertà.


un caro saluto a Ivan...ci hai accompagnato nelle lotte di ieri, di oggi e ...

lunedì 18 maggio 2009

L'uomo che piantava gli alberi

E' la storia di un pastore che l'autore incontra nel lontano 1913 nella regione antica delle Alpi....A quell'epoca la regione è incolta, i vecchi villaggi abbandonati e l'unica vegetazione che vi cresce è la lavanda selvatica. L'autore la percorre a piedi e la sera trova rifugio nella piccola casa, ben tenuta e curata, di un pastore che vive da solo lassù con le sue trenta pecore e un cane. Dopo una cena frugale il pastore prende un sacco e rovescia in silenzio un mucchio di ghiande sul tavolo, poi si mette a separare quelle buone dalle guaste e le seleziona ulteriormente fino a trovare le cento più belle che conserva accuratamente. Il giorno dopo, prima di uscire, bagna ii un secchio d'acqua il sacco con le cento ghiande selezionate e poi si avvia verso il pascolo con le pecore e il cane, portando con sè, come bastone, un'asta di ferro lunga un metro e mezzo.
Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila ne erano spuntati ventimila......restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c'era nulla.
...Se J. Giono, in un lontano giorno del 1913, non si fosse avvnturato da solo in quelle lande desolate e non avesse incontrato casualmente il vecchio pastore piantatore di alberi, noi oggi probabilmente non conosceremmo questa storia, ma la foresta a cui ha dato vita continuerebbe ad esistere.
...ma quanti altri pastori, silenziosi esconosciuti, sono esistiti nella storia dell'uomo? Infiniti. Ognuno ne ha un pezzetto potenziale dentro di sè, da sempre.
"Passaggi di vita" Alba Marcoli

venerdì 15 maggio 2009

"Vivo nell'attimo irripetibile....

in cui la cosa che deve nascere non è ancor nata, ma sta per farlo.

Ora è nascosta e ignota, e un secondo dopo sarà scoperta, svelata, sconosciuta. Avrà contorni netti, un volto, uno sguardo. Un sorriso che poi ti ruberà l'anima per sempre, solo suo.

Riconoscibile, amato, atteso...

Ma adesso non c'è. Non c'è ancora. Nulla appare. Il segreto è intonso, assoluto. Il segreto è un figlio non ancora nato.

Nessun attimo sarà mai più così.

L'attesa è questo: il labile confine tra ignoto e noto, immaginabile e tangibile. L'attesa è un soffio. Un vento.

Buonanotte dal lupo

sabato 9 maggio 2009

Roberto Vecchioni - Luci a San Siro

barbarie

Eccoci, di nuovo, a dover stabilire la caratteristiche di chi è da considerarsi milanese e chi no...
Chi avesse dei suggerimenti è pregato di intervenire ed apportare un contributo personale per far luce sulla vicenda ed evitare disguidi spiacevoli.
Vorremmo evitare, infatti, di essere invitati a dover lasciare la carrozza per una errata valutazione iniziale....
Noi, già, si capisce poco e ciò che comprendiamo non corrisponde mai alla Verità, abbiamo una memoria storica a brevissimo termine, tranne che per il calcio...naturalmente
Poi ci poniamo troppi interrogativi!
Ad esempio, se uno si considera milanese, può salire sulla vettura per non-milanesi....giusto per non rimanere solo...sai si esce apposta per evitare la solitudine...
L'orientamento sessuale, conta?????

e se hai le mani sporche, che importa
tienile chiuse, nessuno le vedrà

Milano mia, portami via....ho troppo freddo, pena, schifo e non ne posso più
Ridammi indietro i miei 15 anni (Isa non ridere, ti prego) e una carrozza che tu sai (la seconda)...dove ci ritrovavamo tutti, ogni giorno, con la sola voglia di stare insieme!!!!!!!!

Quando le carrozze univano e viaggiavamo tutti nella medesima direzione:il rispetto

sabato 2 maggio 2009


Caos annunciato nella scuola primaria: lo "spezzone orario" anticamera dello spezzatino
di Gianni Gandola e Federico Niccoli


Per molti mesi si è sviluppato un dibattito vivace tra chi, come noi, sosteneva che il tempo-pieno (inteso non come 40 ore, ma come scuola di qualità con le caratteristiche più volte illustrate) sarebbe sparito e i laudoteres gelminiani che, invece, garantivano non solo il mantenimento, ma addirittura l’espansione di quel modello pedagogico-didattico.


Con la pubblicazione degli organici di diritto per il prossimo anno le chiacchiere “stanno a zero”. Nella sola provincia di Milano si registra un taglio di ben 484 posti (314 posti comuni + 170 posti di lingua inglese). Questi tagli, come avevamo ampiamente previsto, si abbattono sulla scuola primaria milanese non in modo omogeneo, ma con differenziazioni importanti tra i plessi integralmente a tempo pieno , dove l’amministrazione ha utilizzato la politica della “riduzione del danno”, e i plessi a situazione mista (tp+modulo) nei quali il danno è irreparabile e si può tranquillamente dire “tempo-pieno, addio!”.
Esaminiamo con alcuni esempi le situazioni di caos (che non sarà “calmo” , ma “tempestoso”) che si verificheranno.
1° esempio
In un circolo con 13 classi a modulo e 24 classi a tempo pieno, tradizionalmente venivano assegnati almeno 18 posti per le 13 classi + 48 posti per le classi a tp+ almeno 4 posti di inglese per un totale di 70 posti in organico. L’Ufficio scolastico ha assegnato al circolo 64 posti complessivi con un taglio di 6 posti. In questo caso tutte le ore di compresenze (e neppure basteranno) delle 24 classi a tempo pieno dovranno essere utilizzate per consentire il funzionamento delle ex classi a modulo (rientri pomeridiani e refezioni), alle quali sono state assegnati solo 13 insegnanti. L’eliminazione delle compresenze abbatte –come abbiamo argomentato più volte- contestualmente la qualità del modello pedagogico del tempo-pieno, che dovrà essere inevitabilmente riconvertito in un tempo normale lungo. Questa è la situazione che si verificherà nella stragrande maggioranza dei circoli dei comuni della provincia di Milano e dei (pochi) circoli della città di Milano a situazione mista.
2° esempio
In un circolo della città di Milano con 39 classi a tempo-pieno l’assegnazione in regime di tp di qualità avrebbe comportato un organico di 78 posti comuni + almeno 4 posti di specialista di inglese per un totale di 82 posti. L’organico assegnato prevede, invece, 78 posti con un taglio secco di 4 posti, che equivalgono ad 88 ore, pari al taglio del 60% circa delle compresenze. E’ un caso meno tragico di quello riportato nel primo esempio, ma si avrà, comunque, l’esigenza di una rimodulazione complessiva del progetto didattico per rispondere ai bisogni asssistenziali, ma non certo ad un progetto pedagogico-didattico di qualità più volte illustrato su Scuolaoggi.
L’Ufficio scolastico provinciale ha fatto quel che poteva sulla base delle dotazioni organiche assegnate dal Ministero ed ha tentato un’operazione “sedativa”, garantendo a tutti almeno la quantità oraria di tempo-scuola richiesta dalle famiglie.
Ma le famiglie (si vedano le migliaia di iscrizioni recapitate su appositi moduli in via Ripamonti) avevano chiesto una scuola di qualità e la continuità didattica degli insegnanti assegnati alle classi. Nel tempo pieno spariranno le compresenze e nelle classi a modulo ci sarà un via-vai di insegnanti di riferimento, di religione, di vari maestri provenienti dalle classi a TP.

Altro che maestro unico!

Lo “spezzatino” sarà pienamente realizzato perché su una media di funzionamento di 33 ore delle classi a modulo almeno un terzo (11 su 33) saranno coperte da vari insegnanti in funzione di tappabuchi senza alcun legame con il progetto pedagogico delle classi interessate.
Sul piano amministrativo, poi, in quasi tutte le scuole , le segreterie saranno impegnate nel balletto delle graduatorie dei cosiddetti “perdenti posto” (cioè l’individuazione degli insegnanti soprannumeri).

Ma intanto la frittata è fatta e a pagare immediatamente saranno i precari e i giovani insegnanti di ruolo (a tempo indeterminato) che non potranno garantire la continuità didattica ai loro allievi.
L’ultimo coniglio tirato fuori dal cilindro ministeriale è la figura dello “spezzonista”, strano animale pedagogico mai sperimentato nella scuola primaria. Si tratterà di un certo numero di insegnanti, che saranno nominati non per l’intera cattedra di 22 ore, ma per un numero di ore a geometria variabile. Questa nuova figura è, ovviamente, del tutto coerente con la filosofia del “tappabuchi” in quelle situazioni nelle quali nonostante tutti i marchingegni organizzativi fin qui utilizzati mancheranno “ore” di insegnamento per far fronte almeno alle esigenze minime di copertura oraria delle classi dei vari circoli didattici.
Resta poi il mistero dei posti di sostegno. In organico di diritto è stata applicata quasi integralmente la formula ¼ , vale a dire 1 posto per ogni gruppo di 4 alunni in situazione di handicap, che non tiene conto delle situazioni di gravità certificate. Per arrivare alle media di 1 insegnante ogni 2 alunni h , occorreranno alla Provincia di Milano almeno 1000 posti nella sola scuola primaria. Avremo sorprese anche su questo fronte quando saranno definiti gli organici di fatto?
Ma se Atene piange, Sparta non ride. Anzi. Un solo esempio, eclatante, in un’altra provincia lombarda, Lodi. Qui, nel circolo di Lodivecchio, a fronte di 17 classi a tempo pieno invece di 34 insegnanti ne sono stati assegnati 28 (altro che doppio organico garantito alle classi a tempo pieno!). Pare che la scelta dell’USP sia stata quella di soddisfare tutte le nuove richieste di 40 ore sulle future classi prime togliendo posti a tempi pieni già avviati e consolidati. In questo caso si verifica un vero e proprio terremoto: salteranno non solo tutte le compresenze, ridotte a zero, ma anche la continuità didattica (la titolarità di molti docenti sulle classi) con possibili perdenti posto, rotazione di insegnanti da una classe all’altra, ecc.

In altre parole, è la fine del modello del tempo pieno sin qui attuato.

Come volevasi dimostrare.

Vinicio Capossela - Non trattare

maestrine dalle penne arcobaleno



Ne possiamo parlare?

finalmente nel mio blog, uno spazio nel quale posso esprimere liberamente il mio pensiero e, se non vi va di ascoltare...potete sempre cambiare pagina!

La solidarietà con le persone che hanno perso tutto casa, lavoro, affetti, la quotidianeità sia in Abruzzo sia in ogni parte del mondo, è un sentimento legittimo e doveroso fra esseri umani e non va messo in discussione.
Ciò che qui metto in discussione è la capacità di ricevere critiche, suggerimenti, espressioni di pensiero differenti dalle proprie...
Innanzitutto non concordo affatto con la posizione di chi, pur di non ricevere informazioni di ritorno non gradite, magari espresse in modo un po' aggressivo, ma pur sempre opinioni...decide di attuare una "selezione spontanea" degli interventi.
Credo sia da considerarsi una forma embrionale di censura ed un insulto all'intelligenza di chi legge che, a mio avviso, è sicuramente un individuo libero e in grado di strutturare opinioni personali...
Questo è stata il primo disturbo "di pancia" che ho avvertito leggendo un blog che va per la maggiore nel post-terremoto.
Ma la vera e propria fase acuta l'ho avuta quando ho sentito l'esigenza di informare la diretta interessata che una vignetta da lei pubblicata nel blog, mi procurava un certo fastidio. Ero certa che una persona così sensibile e dedita ai diritti di tutte le minoranze avrebbe certamente compreso.
Ora, sia chiaro che io non voglio effettuare nessuna forma di censura alla satira e non ho nemmeno la voglia nè la capacità di "rimuovere" ... non è questo il punto.
Per meglio comprenderci mi riferisco alla cattiva abitudine di utilizzare difetti fisici delle persone per esprimere concetti vari...
Ora leggendo quel blog io mi sentivo un pochino a casa, al sicuro, perchè concordo su moltissime tematiche di fondo...ma, certamente, non sulla mancanza di sensiblità nei confronti di persone affette da defit staturale che devono subire disagi e, spesso interventi dolorosissimi, per acquisire autonomia e il rispetto e la stima dei propri simili (proprio simili non direi...) forse peggiori di quelli descritti dall'interessata...
Questo invito, non critica, aveva lo scopo di non affossare la stima verso Miss Kappa....ma
mi è scappata proprio la pazienza!!!!!!!!!!!

domenica 19 aprile 2009

CGILFederazione Lavoratori della Conoscenza Cgil

Appello all’obiezione di coscienza della scuola

La Costituzione della Repubblica italiana e lo Stato affidano alla Scuola, ai suoi dirigenti e ai suoi docenti il compito di garantire il diritto dei minori all’istruzione.

L’articolo 34 della Costituzione recita:
La scuola è aperta a tutti
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
L’ONU con la “Convenzione sui diritti dell’infanzia” affida agli stati nazionali lo stesso compito.
L’articolo 28 della Convenzione sui diritti dell’infanzia recita:
1) Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione, e, in particolare, al fine di garantire l’esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all’uguaglianza delle possibilità;
a) rendono l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti;
b) incoraggiano l’organizzazione di varie forme di insegnamento; secondario sia generale che professionale, che saranno aperte a ogni fanciullo, e adottano misure adeguate come la gratuità dell’insegnamento e l’offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità;
c) garantiscono a tutti l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno;
d) fanno in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo;
e) adotta misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.

L’articolo 29 alla lettera d) sottolinea:preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona.

La Costituzione italiana e la “Convenzione sui diritti dell’infanzia”, a quaranta anni di distanza, usano lo stesso linguaggio e sono sostenute dalla stessa etica, rispetto ai diritti dei minori e ai doveri dello stato.

Oggi, al contrario, nel nostro Paese il governo Berlusconi si appresta a esigere che docenti e dirigenti scolastici ignorino il Dettato costituzionale e I diritti sull’infanzia!Infatti il Disegno di legge sulla sicurezza, approvato in questi giorni al Senato e in discussione alla Camera dei deputati, istituendo il reato di soggiorno illegale per i migranti irregolari, implica che tutti i pubblici ufficiali, e perciò, in quanto tali, anche i docenti e i dirigenti scolastici, se a conoscenza del reato, sono tenuti a denunciarlo.
La CGIL e la FLC Cgil chiedono a tutti i docenti e dirigenti scolastici e alle loro associazioni professionali di non subire questa iniqua imposizione, che li costringerebbero a tradire la Costituzione italiana e il proprio ruolo di garanti dei diritti dei minori che vivono nel nostro paese, di qualsiasi colore, popolo o religione essi siano.

Mi vuoi bene anche se sono cattivo?


Donde està mi mamà?...il piccolo coccodrillo si era perso nella foresta, aveva vagato chiedendo ad ogni animale "Sei tu la mia mamma?"..."Sei capace di fare questo?" un ruggito, un barrito una giravolta. Naturalmente no..."poteva"...Quante volte ti succede nella vita adulta di trovare uno uguale a te, uno che capisci e ti capisca: dieci? Non credo, direi di meno. A tre anni, senza saperlo già lo sai, si vede.....Il bebè coccodrillo conclude la sua terribile avventura quando ritrova la mamma. Siamo tutti spossati, noi che abbiamo vagato nella foresta con lui. La mamma invece è tranquillissima: " Ah , sei qui, dove sei stato tutto questo tempo?" e gli dedica un largo sorriso....
Uno smette di leggere e pensa a quante volte si è infuriato, e quanto inutilmente. Quanta rabbia, quanta apprensione sfogata a sproposito, quanti strilli inutili giacchè tardivi, postumi. Un'eperienza terrificante è una lezione di per sè. Se hai rotto una bottiglia e ti sei tagliato, ti sei già fatto male, hai già sperimentato il rischio e il dolore e allora a cosa serve, dopo, una madre che urla....serve che ti consoli, che ti guarisca. Non è mica facile, però...
Urlo di mamma è una gran consolazione per tutti quelli e tutte quelle che non ci riescono. La pinguina è furibonda con il figlio, gli strilla così forte da far volare in giro per il mondo tutti i pezzi del suo corpo...Rompe suo figlio, insomma. Lo manda in frantumi. Il piccolo cerca di recuperare i pezzi ma non li trova....arriva dal cielo la madre: ha tutto con sè, il becco, la coda, le ali. Ha ago e filo, anche. Ricuce tutto...
A volte una mamma perde la pazienza e ti rompe, ma poi le dispiace, poi ti ricuce. Lei è sempre lì...Amarsi-comunque... mi vuoi bene comunque?...fin dove arriva questo amore, dove finisce, Finisce?
La passeggiata di un distratto di Rodari ...la storia è nota. Giovanni esce a fare una passeggiata ed è così distratto ma così distratto che ogni volta che si fissa a guardare una nuvola, un cane che corre, una vetrina, perde un pezzo del suo corpo. I passanti raccolgoni i pezzi e li portano alla madre...quando Giovanni torna a casa senza un occhio, senza una gamba, senza un braccio, ma felice....la mamma sospira, prende i pezzi dal cesto e li rimette al loro posto...lo abbraccia e lo bacia...
...sono le storie che contengono l'errore, che lo assumono su di sè e lo perdonano quelle che ti acquietano e ti fanno dormire. Per le madri, va detto anche che perdonare un figlio equivale a perdonare se stesse.
Se urlando ti ho rotto, amore mio, scusami....
Una madre lo sa Concita De Gregori
a tutte le madri " senza paura, con la fortuna degli audaci, la generosità dei puri, l'allegria dgli innocenti, la malinconia dei saggi"

venerdì 17 aprile 2009

"Non è mai troppa la pietà"
ha detto il prete a un funerale recente.
La pietà però arriva dopo.
Non è mai troppo l'amore prima, piuttosto.

Concita De Gregorio


E' amore anche una coscienza civile, la partecipazione, il non girarsi dall'altra parte, la vigilanza...

non si impara proprio mai, purtroppo

domenica 29 marzo 2009

La gentilezza è la delizia più grande dell'umanità (Marco Aurelio)

Oggi, molte persone pensano che quest'idea sia inverosimile o molto sospetta. Nella nostra immagine di esseri umani, la gentilezza non è un istinto naturale...le persone sono mosse dall'egoismo e gli slanci verso il prossimo sono slanci di autoconservazione.
La gentilezza è diventata un piacere proibito. In un certo senso è sempre rischiosa perchè si fonda sulla sensibilità nei confronti degli altri e sulla capacità di identificarsi con i loro piaceri e con le loro sofferenze. Ma anche se il piacere della gentilezza è rischioso, è una delle cose più appaganti che abbiamo....
Siamo diventati tutti sostenitori di Hobbes, convinti di essere mossi solo dall'interesse personale. La gentilezza ispira diffidenza e le dimostrazioni pubbliche di generosità vengono liquidate come moralistiche e sentimentali...
Oggi la bontà è accettata solo nel rapporti tra genitori e figli. La capacità di farsi carico della vulnerabilità degli altri, e quindi della propria, è diventata un segno di debolezza... le nostre società hanno sviluppato una fobia per la gentilezza...ogni forma di compassione è autocommiserazione...Quest'idea riflette un sospetto diffuso nella modernità: la bontà è una forma superiore di egoismo o la forma più vigliacca di debolezza...
Di solito sappiamo cosa fare per essere gentili e ci accorgiamo quando qualcuno è gentile con noi. Ma la gentilezza ci fa sentire profondamente a disagio. Eppure è la cosa che ci manca di più...
Prendersi cura degli altri...ci rende pienamente umani.
La società moderna occidentale rifiuta questa verità e mette l'ndipendenza al di sopra di tutto....L'individualismo è un fenomeno molto recente....il capitalismo non è un sistema per gente dal cuore tenero...una società competitiva divisa in vincenti e perdenti, provoca ostilità e indifferenza. Chi viene sottoposto ad una pressione costante, si allontana dagli altri..La solidarietà diminuisce e la gentilezza divente troppo rischiosa. Cresce la paranoia e le persone cercano dei capri espiatori per la loro infelicità. Si diffonde la cultura della "durezza" e del cinismo, alimentata dall'invidiosa ammirazione per quelli che sembrano trionfare -i ricchi e i famosi- in un mondo dove si lotta con le unghie e con i denti.
Cosa si può fare?
La gentilezza è un'eperienza di cui non riusciamo a fare a meno...anche se potenzialmente superflua, come le vestigia di un'altra epoca. E tuttavia la desideriamo sapendo che la gentilezza...crea un coinvolgimento con gli altri che temiamo e allo stesso tempo cerchiamo con tutte le forze.
E' la gentilezza, quindi, che rende la vita degna di essere vissuta
: ogni attacco contro le gentilerzza è un attacco contro le nostre speranze.

mm "Internazionale"

domenica 22 marzo 2009


Scuola, la Gelmini attacca i presidi"Pochi soldi?
Imparino a risparmiare"

"Dovrebbero andare meno sui giornali, fare meno politica e più i dirigenti. Dobbiamo imparare tutti a risparmiare e a utilizzare meglio il denaro pubblico"


Scuole al collasso con i bilanci in rosso per via dei tagli?
Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, non ha dubbi. E replica senza mezzi termini alla denuncia della Cisl: «Dovranno provvedere ai costi con le loro risorse interne e imparare a risparmiare». I presidi sul piede di guerra perché non trovano il soldi nemmeno per pagare i commissari della scorsa maturità? «Dovrebbero andare meno sui giornali, fare meno politica e più i dirigenti. Dobbiamo imparare tutti a risparmiare e a utilizzare meglio il denaro pubblico. Il governo è impegnato dall'inizio in una opera di razionalizzazione della spesa in materia di istruzione, ma non a costo di un impoverimento dell'offerta formativa. La maggior parte dei tagli, in realtà, sono stati decisi dal precedente governo. Affrontiamo i temi della scuola non in maniera ideologica e offriamo al Paese, agli studenti e alle famiglie un sistema adeguato. Penso sia un imperativo categorico in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo passando».Poi una stoccata anche alla Cgil, che sciopererà contro i tagli e la crisi: «Abbiamo dormito finora sonni tranquilli senza di loro, continueremo a farlo». L'occasione è stata la firma al Pirellone di un'intesa tra il suo ministero e il governatore Roberto Formigoni sull'istruzione e la formazione in Lombardia.
Immediata la replica dei sindacati e dei presidi, che confermano che di questo passo saranno costretti a un blackout. «Il ministro Gelmini --- non ha fatto che confermare ciò che denunciamo da settimane. Ma le scuole non sono in grado di autoprodurre le risorse per sopperire ai tagli»....«Il ministro non può dire che le scuole devono far ricorso a risorse proprie per pagare le supplenze e i corsi di recupero --- --- a meno che non si intenda chiedere contributi straordinari alle famiglie degli studenti, in questo caso il ministro lo deve dire chiaramente».
...: «Oggi sono in profonda crisi per mancanza di risorse finanziarie sia il sistema scolastico che l' istruzione tecnica e professionale. La Gelmini non trova altro da dire che devono cavarsela da soli? Di un «indegno scaricabarile» parla anche Giuseppe Biati, coordinatore regionale dei dirigenti scolastici della Cisl Scuola: «Il ministro deve rendersi conto che i presidi non sono più in grado di garantire il normale servizio scolastico. Alla faccia di un governo che aveva promesso di tagliare le tasse».

da Repubblica

sabato 14 marzo 2009

"feisbuc" "eccetto i morti, nessuno di noi è fallito"




"Così giorni e mesi passavano, e nulla disturbava la nostra amicizia. Dall'esterno del nostro cerchio magico provenivano voci di irrequietezza politica; ma l'uragamo vorticava molto lontano da noi, a Berlino, da dove arrivavano notizie di scontri tra nazisti e comunisti. Stoccarda aveva l'aspetto tranquillo e moderato di sempre. Di quando in quando, è vero, avvenivano incidenti di poca importanza. Si disegnavano svastiche sui muri, si molestava un cittadino ebreo, si picchiava qualche comunista: ma in generale la vita proseguiva come d'abitudine...

Le giornate erano calde...la gente parlava dei posti di villeggiatura dove sarebbe andata in estate...Sembrava non ci fossero motivi di inquietudine. La politica era una faccenda da adulti: noi avevamo altri problemi da risolvere: E pensavamo che il più urgente di questi fosse imparare a godere la vita nel miglior modo possibile...


E la fine non tardò ad arrivare...

Nell'atmosfera della scuola si era già infiltrato troppo veleno...

Da quel momento in poi lo evitai. Essere visto con me lo avrebbe solo messso in imbarazzo; prevedevo mi sarebbe stato grato della decisione. Adesso ero solo. Quasi nessuno mi parlava...

Aveva già avuto inizio il lungo, crudele processo dello sradicamento; ormai le luci che mi avevano guidato si erano affievolite...
Lasciai la scuola a Natale e il 19 gennaio, anniversario della mia nascita, quasi un anno dopo che Konradin era entrato nella mia vita, partii per l'america...ricevetti due lettere...nella seconda era scritto:
Mio caro Hans,
questa è una lettera difficile. Lascia che per prima cosa ti dica quanto mi rattrista la tua partenza...D'altra parte è la cosa più saggia che tu possa fare. la Germania di domani sarà diversa dalla Germania che abbiamo conosciuto noi...Ti indignerai se ti dico che credo inquest'uomo. Soltanto lui può salvare la nostra patria dal bolscevismo e dal materialismo...Tu non sarai d'accordo...Dobbiamo scegliere tra Stalin e Hitler: io preferisco Hitler.
...Così studiai legge, diventai avvocato...Non ho mai fatto quelo che desideravo veramente: scrivere un buon libro e un'unica bella poesia. In principio mi mancò il coraggio di cominciare perchè non avevo soldi; adesso che ne ho mi manca il coraggio perchè sono senza fiducia in me stesso...
tutto questo mi è tornato alla mente oggi, quando...
...lessi la richiesta; quattrocento dei ragazzi erano morti o dispersi. Seguiva la lista dei nomi in ordine alfabetico. diedi una scorsa evitando la lettera H ...
Afferrai il libricino e mi accinsi a strapparlo, ma all'ultimo momento mi trattenni. Facendomi forza, lo aprii tremando alla lettera H e lessi:
VON HOHENFELS, Konradin, implicato nella congiura
per assassinare Hitler. GIUSTIZIATO
"L'amico ritrovato..."Fred Uhlman

domenica 22 febbraio 2009

Per alcuni il talento da coltivare è quello di tener duro, resistere.


Raramente trascrivo due brani dello stesso autore, qui farò una eccezione.
Questa storia ha dell'incredibile e mi fa pensare (nella ricorrenza darviniana) che alcuni organismi umani sono predisposti per sopravvivere nelle condizioni più avverse, quindi anche noi possiamo farcela in questo periodo di tristezze umane. Resistere ....resistere...resistere
Luo Cuifen è una giovane donna di ventinove anni nata a Kunming, nel Sud della Cina. Un giorno, stanca di dirsi passerà, domani vedrai che passa, è andata dal medico. C'era sempre sangue nella pipì del mattino e a parte il dolore, a parte la sottile preoccupazione crescente, non aiuta svegliarsi e per prima cosa e per prima cosa vedere il tuo sangue...
Il medico le ha detto: sarà una disfunzione renale, faccia una radiografia.
Ecco, la radiografia del torace di Luo Cuifen è una di quelle foto che spiegano il tempo in cui viviamo. Merita di essere ritagliata e di essere attaccata coi magneti al frigorifero. Nel torace di Luo ci sono ventitre aghi: alcuni sono lunghi anche due centimetri e mezzo. Nella radiografia sono sparsi sullo scheletro come bacchette di shangai, il gioco dei bimbi. Aghi nei polmoni, nei reni, uno rotto in tre parti proprio sotto il cervello, aghi dappertutto. Luo non era mai stata operata in vita sua, non poteva trattarsi certo di un errore chirurgico nè d'altra parte neppure il più distratto dei medici può scordare decine di aghi lungo un metro di corpo. E dunque?
Interrompiamo?????????
Sarò buona, almeno io. Si continua.
Dunque sono stati ventitre tentativi di ucciderla. Luo era stata affidata ai nonni, appena nata. La madre lavorava, i nonni non volevano bambine in casa _ le femmine sono solo un costo per la Cina rurale, le devi crescere e mantenere per vent'anni, poi passano alla famiglia del marito, non portano indietro niente. Così hanno pensato di ucciderla con gli aghi.....Ma Luo era una bambina robusta e il suo corpo con gli aghi ha trovato un accordo: ha resistito.
Soffriva di ansia, di depressione, d'insonnia hanno raccontato poi i medici che da tutto il mondo son accorsi per operarla.
Tanti, però tante giovani donne soffrono di ansia e di insonnia, non è necessario che gli aghi si vedano nelle radiografie, ci sono aghi invisibili che bucano il respiro e quel che bisogna fare è resistere.....
.... guarda fin dove si può vincere. Vincere il destino, vincere l'ignoranza e la violenza, vincere un corpo nemico....Combattere, spingere la sorte più in là. finchè si può...finchè s può resistere si deve.
Concita De Gregorio "Malamore"

giovedì 19 febbraio 2009

Il malamore è gramigna, cresce nei vasi dei nostri balconi


"Il mio nome è Dalia. Se fossi nata fiore avrei voluto essere giallo: come il sole, come i campi d'estate davanti a casa mia. Quello che vi chiedo è di ascoltare la mia storia perchè porebbe essere la vostra. Non voglio compassione, nè pietà, nè aiuto: non mi servono, non servono a nessuno. Non serve niente dopo, serve prima. Perciò voglio solo chiedervi: avete una figlia di dodici anni? Ecco quella sono io. Vi porto a casa mia, entrate. E' questa: piccola sì, non c'è nemmeno l'acqua corrente e per andare in bagno bisogna uscire fuori. Anche d'inverno quando c'è la neve: fa freddo ma ci si abitua. Anzi, mia nonna, che adesso ha quasi novant'anni e una pelle di bambola, dice che è il freddo a mantenerci così: lisci, sani. Il mio letto è quello con la stoffa a fiori. A voi che vivete nelle case di città sembrerà una baracca, lo so che le chiamate così le nostre case: baracche. E' come quando ci guardate i ci dite : poveretti. Sono parole che non mi piacciono: anche se sono dette con dispiacere, è proprio quello che non mi piace, la pena nello sguardo degli altri. La mia casa va bene così, è la mia casa. Quando ero molto piccola mi chiamavano regina. Mia nonna mi diceva: in questo angolo di mondo è nata una regina, sei bella come la prima stella della notte, sarai la nostra ricchezza. Io ero sicura che sarei stata una regina davvero prima o poi.....Mio padre non so chi è, non c'è mai stato un uomo in casa nostra. Mia madre esce il pomeriggio, la vengono a prendere, va a lavorare nel paese vicino: torna la notte....Sarai la nostra ricchezza. Era una frase bella ma non sapevo perchè: pensavo che sarei stata ricca con la bellezza, con....Poi ho compiuuto 12 anni, l'età in cui si trova marito. Non avevo ancora il seno grande, non ero ancora diventata una ragazza ma aspettavo: da un gorno all'altro succederà, mi diceva mia nonna....
Gli uomini che venivano a prendere mia madre mi hanno vista...ero proprio una regina. Hanno parlato tra loro e con mia nonna, mi guardavano e ridevano, poi sono andati via. La mattina dopo la mamma piangeva. Mi ha detto solo "E' venuto il momento di partire, regina. Poi, quando avrai abbastanza soldi ti potrai sposare" Così ero felice...La nonna mi ha venduta per ottocento dollari. Moltissimi...Vai con questi uomini che ti portano dove avrai una casa più calda e un lavoro, non avere paura. Però io avevo paura, tanta. Ma la nonna era la nonna, la nonna decideva sempre per noi e io ero la sua regina. La sua ricchezza, ecco perchè. Era per me che pagavano tanto. Così sono andata. Avevo dodici anni. Come vostra figlia a dodici anni. Il viaggio è stato lunghissimo....Non voglio parlare di quel posto dove sono stata nè di quello che mi è successo. Non c'è niente da raccontare. Era uguale ogni giorno, orribile. Le ore non passavano mai. La gente che entrava non la vedevo neanche in faccia, non ricordo nessuno. Solo odore di umidità, puzzo, sudore, mani, vestiti sporchi. Non voglio parlare. Dopo un po' ho smesso di piangere perchè se piangi, nessuno ti vuole e ti buttiamo a mare. Ho avuto due figli, non so dove siano, li ho partoriti in casa,li hanno portati via.... Un giorno uno degli uomino che venivano mi ha picchiata,...mi ha tagliata dappertutto con un piccolo coltello, rideva, alla fine mi ha aperto la faccia. Sentivo il sangue non il dolore. Mi ha curata una donna che non parlava mai. Con il segno sulla faccia valevo di meno, non mi volevano più.....Non sono più bella come la prima stella della nottte, ho pensato solo. Non ho pianto. Ho pensato che forse sarei tornata a casa se ero brutta. Così ho cominciato a tagliarmi da sola. Sulle braccia, sul petto, sulla pancia. Ho segni dappertutto adesso. Ma ho fatto bene, lo sapevo che dovevo fare così: diventare brutta e farmi buttare via. Mi hanno butttata via infatti. Un giorno mi hanno fatta salire in macchina e mi hanno portata in un campo, pensavo che mi volessere ammazzare invece mi hanno solo fatta scendere. Vai, hanno detto...
Non voglio parlare con nessuno di quello che è successo, voglio solo stare qui. Diventare vecchia come mia nonna, cucinare la zuppa quando c'è farina. Non verrà un re, lo so. Per fortuna non verrà più nessuno. Mi chiamo Dalia, come un fiore. Ho ventitre anni, sono vecchia. Non avrò marito, non avrò una macchina che viene a prendermi per portarmi a palazzo. Non ricordo più niente di prima. Non so. Non ho memoria di nulla. Non ho sorelle, solo maschi. Non ci sarà nessuno che verrà a portarli via. E' una fortuna non avere figlie femmine. Le femmine sono una ricchezza, ma per poco. Vivono solo dodici anni.
Malamore Concita De Gregorio
Il malamore è gramigna, cresce nei vasi dei viostri balconi. Sradicarlo costa più che tenerselo. Dargli acqua ogni giorno, alzare l'asticella della resistenza al dolore è una folle tentazione che può costare la vita

mercoledì 18 febbraio 2009

martedì 17 febbraio 2009


Le rughe del cuore
Il tempo che passa
ti scrive sul viso e sul cuore
il riassunto di ogni dolore.
Non serve azzerare la storia
tingendo i capelli già bianchi
o spianando le rughe del viso
In fondo, nascoste nell'anima
ci sono le rughe del cuore.
...con infinito amore Roberta Bani

sabato 14 febbraio 2009

San Valentino


Io AMO la scuola pubblica

giovedì 12 febbraio 2009

Qualcuno mette i voti





Qualcuno mette i voti...
Qualcuno mette i voti...
perchè così si capisce com'è andata.
Qualcuno mette i voti...
anche se così non si capisce com'è andata.
Qualcuno mette i voti...
perchè sta seduto nelle ultime file del collegio docenti
e di qui non si sente cosa dicono là davanti.
Qualcuno mette i voti...
perchè sta seduto nelle prime file del collegio docenti
e tanto dietro non ascoltano che cosa si dice qua davanti.
Qualcuno mette i voti...
perchè dopo dieci anni di precariato ha perso la speranza.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha perso la speranza dopo trent'anni di ruolo.
Qualcuno mette i voti...
perchè intanto tutto è inutile.
Qualcuno mette i voti...
perchè finalmente è una cosa utile.
Qualcuno mette i voti...
perchè la scuola è una cosa seria
ed è importante valutare con chiarezza.
Qualcuno mette i voti...
perchè la scuola non è più una cosa seria
e tanto non gli importa quello che scrivi.
Qualcuno mette i voti...
perchè la scuola non è mai stata una cosa seria
e bisogna smettere di perderci troppo tempo.
Qualcuno mette i voti...
perchè la scuola deve tornare a essere una cosa seria.
Qualcuno mette i voti...
perchè così imparano a non studiare.
Qualcuno mette i voti...
perchè tanto non studiano lo stesso.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha fatto il sessantotto e non gli hanno mai dato retta.
Qualcuno mette i voti...
perchè è ora di finirla con quelli che hanno fatto il sessantotto.
Qualcuno mette i voti...
perchè lo fanno anche tutti quelli nati nel sessantotto.
Qualcuno mette i voti...
perchè non ha mai fatto una sola ora di aggiornamento
nella vita, tanto non ne valeva la pena.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha fatto troppe ore di aggiornamento
nella vita e non sa se ne è valsa la pena.
Qualcuno mette i voti...
perchè è di destra e finalmente è arrivato
qualcuno a mettere un po' d'ordine e di disciplina.
Qualcuno mette i voti...
perchè è molto di sinistra ed è ora di finirla
con didattichese e pedagogismo riformisti.
Qualcuno mette i voti...
perchè è un vero democratico e ogni tanto
bisogna pur dar ragione alla destra.
Qualcuno mette i voti...
perchè è di centro e tutte quelle
continue innovazioni hanno fatto male alla scuola.
Qualcuno mette i voti...
perchè si fa più in fretta e con i figli, la casa,
la madre ammalata non si può mica star lì a scrivere
cose che non importano a nessuno.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha un doppio lavoro e bisogna pur mangiare.
Qualcuno mette i voti...
perchè la didattica sono tutte balle e finalmente
la smetteranno di rompergli i coglioni.
Qualcuno mette i voti...
perfchè quello che conta sono i contenuti
e tutto il resto è burocrazia inutile.
Qualcuno mette i voti...
perchè legge Pirani su Repubblica
Galli della Loggia sul Corriere
Ricolfi sulla Stampa
e trova che sia semprelo stesso articolo
e che chi scrive ha proprio ragione.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha letto tutti i libri della Mastrocola
e ne ha parlato anche con il suo cane
Qualcuno mette i voti...
perchè ha letto tutti i libri di Starnone
e continua a parlere con se stesso.
Qualcuno mette i voti...
perchè è da tanti anni che non legge un libro.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha letto troppi libri.
Qualcuno mette i voti...
perchè deve finire l'ultimo libro che sta leggendo.
Qualcuno mette i voti...
perchè non ha capito che questa svolta
distruggerà definitivamente la scuola progressista.
Qualcuno mette i voti...
perchè ha capito che questa svolta
distruggerà finalmente la scuola progressista.
Qualcuno mette i voti...
perchè sta alle superiori e lo ha sempre fatto.
Qualcuno mette i voti...
perchè sta alle medie e finalmente può farlo di nuovo.
Qualcuno mette i voti...
perchè lo dice la legge
Qualcuno mette i voti...
perchè anche se lalegge non lo dice
si sa che è quello che intendeva il ministro.
Qualcuno mette i voti...
perchè anche se la legge non lo dice
lo fa capire il regolamento del ministero.
Qualcuno mette i voti...
perchè si è sempre fatto così.
Qualcuno mette i voti...
perchè era ora di far di nuovo così.
Ma altri, non importa se pochi o tanti,
continueranno a non mettere i voti
perchè nel loro cuore e nella loro mente
sanno che è meglio non farlo. Molto meglio.
Melban, il 2 gennaio 2009 (pensando a Eluard, Gaber,e Iannacci...)


martedì 10 febbraio 2009

scuola: oggi si vota

"
Consultazione tra i lavoratori della scuola. Non è un semplice contratto: è la possibilità di poter esprimere ancora la propria volontà!!!!!
Ottima percentuale di votanti...e di risultati.
"Se il mondo assomiglia a qui,non siamo in pericolo.."
Siamo proprio in clima di retrocessione
mi ricordo anche dei Pooh

sabato 7 febbraio 2009

L'essenziale è invisibile agli occhi

Ho avuto occasione di conoscere e di apprezzare una persone divenuta, per me, importante in uno dei momenti più bui della mia vita: la malattia di mia madre. Ringrazio la sua sensibilità, la sua gentilezza e serietà nell'affrontare i problemi quotidiani, ma anche la sua totale disponibilità.

Non so veramente come avrei fatto senza il suo prezioso aiuto.

E' a lei che penso quando leggo le recenti "proposte indecenti" in merito all'emigrazione clandestina.

Purtroppo, noi umani, rimaniamo sempre nella fase delle operazioni concrete e comprendiamo solo ciò che viviamo direttamente (questo non ci impedisce, spesso, di esprimere pareri anche rispetto a ciò che conosciamo poco).
E' difficile per queste persone ottenere un permesso di soggiorno...e vivono delle vite già molto complicate senza dover infierire in altro modo.

Mi riferisco alla possibilità che viene data a i medici di denunciare o meno i clandestini che si rivolgono loro con il solo intento di ricevere prestazioni di carattere sanitario.
Se la vita è importante lo è sempre, in ogni circostanza.
Mi auguro che queste figure sanitarie siano prima di tutto persone.

Scopo del post: esprimere profonda indignazione

martedì 3 febbraio 2009

buon compleanno!

"Tu, per natura, sai essere solo così, scegli di essere consapevolmente sensibile e ti butti a capofitto in quel contenitore pieno di acido che è la vita"


"Ma sei stata tu ad inventarlo....rise.E' buffo che tu ti stupisca.
Ma sei tu, sorrise...sei tu che mi hai rivelato quello che ho inventato..."

Con tutto l'amore del mondo
mamma

lunedì 2 febbraio 2009

Forse non lo sai, ma pure questo è amore...


"..Era stato uno dei miei passatempi prediletti, in passato, dare la caccia ai travestiti.
Sapevo che si trattava di un passatempo assurdo, una sciocchezza e perfino un atto ingiusto e maligno, ma mi nascondevo dietro la mia solidarietà, una vaga solidarietà di sesso...
Pablo me lo permetteva, mi ha sempre permesso tutto, e accostava al marciapiede, guidava molto lentamente, mentre io mi coprivo sul mio sedile, per non richiamare troppo l'attenzione, perchè vedessero soltanto lui, e allora uscivano dalle loro tane, li vedevamo alla luce dei fari, si piazzavano, con le mano sui fianchi, davanti alla macchina, a pochissimi metri di distanza, zac, accelleravamo, li spaventavamo a morte, ragionevolmente a morte, perchè non ci avvicinavamo mai tanto da fargli pensare che sarebbero morti schiacciati, no, volevamo soltanto, volevo io in realtà, che ero l'inventrice del gioco e delle sue regole, vederli saltare, mettersi a correre, con tutti i loro paramenti, collane, cappelli di paglia a tese larga, scialli che fluttuavano al vento, erano buffi, scivolavano sui tacchi, cadevano e battevano il culo per terra, grossi e pesanti, non si erano ancora troppo familiarizzati con i loro vestiti e correvano sollevandosi le gonne, quando le avevano, con la borsa in mano correvano...e noi ridevamo, ridevamo molto, ho sempre riso molto con lui, sempre, e con lui non mi sentivo mai colpevole, dopo.
Finchè probabilmente non iniziarono a conoscere meglio le nostrre facce, forse il nostro numero di targa, e una notte, quando stavamo cominciando il gioco e ci muovevamo molto lentamente accanto al marciapiede, arrivò uno da sinistra e rifilò a Pablo il cazzotto che andavamo cercando da tanto tempo.
Ebbi apena il tempo di vederlo, un pugno chiuso, un pugno temibile, orlato da un'enorme unghia rossa, attraverso il finestrino, e Pablo vacillava, schiacciava il freno e si portava le mani al viso.
Andai in bestia, ancora non ho capito perchè, ma andai in bestia....
Pablo, ancora con la mano sula guancia, rideva a crepapelle....
Tu, gran figlio di puttana, come hai osato picchiare il mio fidanzato....
Ora l'avevo davanti...
Non mi faceva paura...
Ci afferrammo per i capelli...
Pablo ci separò. Era serio. allora il mio contendente disse qualcosa, esattamente l'ultima cosa che potevo aspettarmi...
"Abbi cura di lei, amico, sei fortunato, non è una donna comune"....
"Lo so...scusa, è stata tutta colpa nostra, ma è come una bambina piccola, le piacciono i giochi crudeli"
"Certo che è colpa vostra, più che colpa è davvero una stronzata quello che fate...Mi chiamo Ely, con la ypsilon".
Tese la mano. Pablo la strinse, sorridendo....io mi chiamo Pablo, e lei Lulù..."
"Le età di Lulù" Almudena Grandes


giovedì 29 gennaio 2009

mercoledì 28 gennaio 2009

e lo chiamano tempo pieno

"E lo chiamano amore, questo amore, senza te.."
E lo chiamano tempo pieno un tempo scuola di 40 ore, senza compresenze senza contitolarità (diretta conseguenza della maestra prevalente), senza uscite didattiche, senza ...
Sui voti ci siamo divisi, ma tutti, dico TUTTI, siamo stati concordi nel voler richiedere un vero Tempo Pieno
MI SENTO MEGLIO

martedì 27 gennaio 2009

non servono lenti per capire ...

Mi sento piuttoso avvilita da un Collegio che anticipa le decisioni della Riforma e che "simula" dei dissensi.
I registri con i voti...quale collegio ha votato????
Se il Dirigente li vuole vedere, devono essere aggiornati!!!
La mia memoria vacilla, per fortuna i dubbi superano le certezze

Peccato. Proprio oggi "giornata della memoria" per non dimenticare
Un pensiero a tutte le vittime di qualsiasi discriminazione..perche ricordare serve soprattutto a noi stessi

sabato 24 gennaio 2009

marteresa in un mare di lacrime: dalle stelle a maria stella

Quali sono le basi culturali su cui si sono fondati i programmi della scuola elementare del 1985, che la cosiddetta "riforma Gelmini" ha deciso di stravolgere radicalmente?

Scrivendo di scuola elementare.. .non posso fare a meno di recuperare alla memoria l'esperienza do componente della Commissione Fassino-Laeng...che, negli anni 1981-1983, elaborò i nuovi programmi della scuola elementare......

Una delle idee forti dei programmi del 1985 fu quella di allargare la nozione di alfabetizzazione per fondare quello che è stato denominato come "il bambino della ragione"...E per rendere la scuola elementare qualcosa di più della scuola degli elementi, del "leggere, scrivere e far di conto", ma una scuola che desse effettivo spazio autonomo al ragionamento scientifico, alla formazione storico-sociale, all'immagine e all'arte, alla musica e al movimento, alla drammatizzazione e alla lingua inglese....

E si parlò di pluralità di docenti per rendere più specializzati gli insegnanti elementari, che non potevano più essere tuttologi...

Leggendo il Decreto n. 137 (oggi legge 169/2008) con cui il ministro Gelmini manda all'aria l'attuale funzionamento della scuola primaria, senza alcuna consultazione tecnica, si resta a dir poco sconcertati,. Il riferimento è solo alla Finanziaria, come se la scuola assorbisse una gran parte del Pil....Nei provvedimenti della Gelmini c'è l'idea berlusconiana che i problemi complessi si affrontano con operazioni di grande semplificazione.

Il ritorno all'ordine e alle buone ,maniere sarebbe garantito dal cinque in condotta e dal recupero del grembiule, che, come ha scrtto il grande maestro Mario Lodi...può far credere che i bambini di una certa classe siano tutti eguali, mentre sono tutti e sempre molto diversi. Ed è di questa diversità che la scuola di deve far carico e che è senza dubbio uno dei punti di forza della nostra attuale scuola primaria: la quale è una scuola accogliente, che ha consentito una buona integrazione degli allievi disabili, con la presenza dell'insegnante di sostegno e la riduzione del numero degli alunni per classe....Ciò aumenta il rapporto generale insegnanti-alunni, ma costituisce una peculiarità positiva del nostro paese, perche, come è stato provato, dal punto di vista scolastico e personale, questo sistema fa progredire di più i bambini e i ragazzi in situazione di disabilità, i quali sono meglio sollecitati, anche accademicamente, dal contatto quotidiano con coetanei a sviluppo tipico....

Ma il problema proprio di questo anni è l'immissione massiccia...di bambini migranti, provenienti da culture e lingue diverse, di cui la legge 169/2008 non mostra alcuna contezza...La nostra scuola ha accolto in modo sostanzialmente soddisfacente gli studenti di lingua e cultura diversa da quella italiana.....Ed è l'interazione con i coetanei italiani in classe, nella ricreazione, nel gioco, nel momento della mensa, il fattore più importante di vera integrazione e apprendimento, in un'età in cui è molto più facile imparare la lingua e la cultura del paese di accoglienza....

senza dire dell'ingenuità docimologica di ritenere che ilvoto in decimi, inserito nella legge Gelmini e condiviso da molti, renda più precisa la verifica degli apprendimenti scolastici...

...l'introduzione del cinque in condotta...senza sapere che i modi per combattere le possibili tendenze asociali di alcuni ragazzi sono altri: ad esempio dar loro delle esperienze di vita, lavoro e apprendimento collaborativo...

Quando la Commissione Fasssino-Laeng elaborò le prime linee di sviluppo de quadro culturale-educativo della scuola elementare nel 1982, la bozza fu fatta circolare tra tutte le scuole elementari allora esistenti, per raccogliere poi le osservazioni e i commenti di tutti gli insegnanti del paese....

Un profondo valore, sviluppato,nei più di vent'anni passati da allora, dai nostri insegnanti elementari, è stato quello della collaborazione e della gestione collegiale del gruppo di ragazzi, rendendo possibile l'emergere di singole potenzialità e il poter rispondere a bisogni differenziati....

C. Pontecorvo